martedì 29 gennaio 2013

Ed il ticchettio dei miei tacchi su quel corridoio.

Quando un arrivederci è un arrivederci. Vero. Un "prima o poi ci vediamo".

Quando un ticchettio, prima o poi torna. Più saggio, ma con la stessa acustica.

Se me l'avessero detto, non ci avrei mai creduto. Per questo, da oggi, inizio a credere nei sogni. Inizio a credere che prima o poi qualcuno si accorge di te, che prima o poi qualcuno ti guarda e ti dice "beh, forse così male non sei". O semplicemente inizio a credere che la fortuna si sia impressa per un attimo la mia facetta, gli occhietti azzurri e il sorriso sempre pieno di sole. 

Quando leggerò queste parole, sarò già li dentro. Seduta alla mia vecchia e buona scrivania, sistemerò il mio cavetto usb per il cellulare, preparerò i mie post it da attaccare anche là dove non batte il sole. Andrò alle macchinette e mi prenderò il mio 22 tutto zucchero. Mi farò una foto nel bagno per immortalare il mio look quotidiano. Risponderò al telefono dicendo "signora è tutto a posto, vada agile".

Quando leggerò queste parole avrò percorso quei portici con la mia musica nelle orecchie, magari una nuova compilation, quelle canzoni che mi avranno rianimato dal tepore mattutino e che mi faranno godere tutta la strada. Perché ogni giorno quella strada è emozionante. Arriverò fino al pavimento di marmo ed i miei tacchi inizieranno a fare quel tipico rumore di importanza, di figaggine, di autostima, di euforia. 

Incontrerò volti noti. Incontrerò nuvole di fumo. Incontrerò qualcuno in ascensore. Saluterò il custode, che forse non ha mai capito che me sono andata un giorno. Forse lui l'ha capito subito che son sempre rimasta lì.

Sì, perché da quel posto non me ne sono mai andata. Sono sempre stata nella lunghezza delle mail, nella macchinetta del caffè a versare zucchero quotidiano, nella bottiglietta mattutina, nelle chat, nei discorsi, nei sorrisi e nei momenti di tristezza. Negli archetti, nell'acquario, nelle registrazioni. Nella speranza di essere lì, in quel momento, in quel secondo. Perché altrove è diverso. 

Oggi, mentre leggerò queste parole, sarò lì. Dove non avrei voluto essere diversamente. Forse sono cresciuta, forse certe cose son cambiate, ma la voglia di stare seduta a quella scrivania, rispondere a quel telefono, dare uno sguardo al corridoio, camminare fuori da quella galleria e fare tic tac con i miei tacchi, no. 

Mi girerò e troverò un'amica. Farò un passo e ne troverò un'altra nell'ufficio accanto. Perché va bene uguale, nella sostanza delle risate, delle cazzate, dei momenti di stupideira. Mi avvicinerò ad una porta ed uno sguardo d'intesa incrocerò. Avrò la Toscana ad un passo da casa. Avrò un catalogo Avon sulle mie pile di documenti. Avrò un racconto triste o uno superficiale da sentire o da fare.  Una chiccheria da raccontare dopo l'ennesima serata in discoteca. Una discussione con chi mi ha sempre odiato. Un pagnotta di pane da portare dopo un weekend. Un kit da consegnare qualora servisse. Un fazzoletto per chi si commuovesse quando andrà via, proprio come hanno fatto con me. E nel caso sarò di nuovo pronta a mandare di nuovo quella mail. Perché credo negli arrivederci. 

Oggi, come il primo giorno in cui sono arrivata là, sto vivendo il mio momento di trascurabile felicità. 

E lo farò con il vestito migliore. Perché se si deve ritornare, si deve tornare con il botto. 



Emily's fashion diary


2 commenti:

  1. In bocca al lupo, tesoro...

    Love, Serena - TheChicWay http://thechihcway.blogspot.it

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  2. davvero bellissimo post, mi sono quasi emozionata, scrivi davvero davvero bene! complimenti!

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Thank you sweet follower! Lovely as usual!